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mercoledì 7 marzo 2012

Camera 503 - La Bicicletta

Ho di nuovo una bicicletta mamma.
Vedessi come salto bene sulle buche alzandomi un pò dal sellino. Scivolo giu' dal ponte come quegli sciatori che saltan giu' e volano volano volano sospesi e rapidi come gli sguardi di una stazione.
Ho anche un cestino in vimini intrecciato e con la colla a caldo ci ho incollato in un angolino tre margherite. Le margherite mi rassicurano, sanno di buoni giorni, luminosi e freschi di bucato.
E ho di nuovo anche te mamma, che forse eri smarrita nella tua vita di donna e di figlia. Ci sei, sai accogliermi di nuovo in grembo, in quei tuoi sguardi da cane a padrone che solo le madri possiedono.
Dev'essere così che guardo i miei figli, così che non resisto e li bacio sulla fronte aggrappando la mia guancia sul loro viso. Prigioniera e rapita.
Forse hai ritrovato anche tu la tua bicicletta o il monopattino o qualche arnese che ti ha rimessa in moto. Ma ora ti ho con me che a volte vorrei essere capace di stringerti o di chiederti se puoi farlo tu, tipo strizzarmi come un panno vileda prima di passarlo sul piano di vetro del tavolo del soggiorno.
La mia bicicletta mamma. Ricordi? Me l'avevano rubata un sabato di primavera, anzi, l'avevano rubata al papà. Eri andata a comprarne una nuova (subito). Celeste e con i copriraggi Ma non era la mia bici, quella delle gambe distese, delle solitarie gite tra i fossi a bagnarsi i piedi e intrecciare bracciali di fiori, del respiro e del vento tra i capelli. E non aveva il cestino.
Era una cosa estranea.
Ero ferma. A piedi. Odiavo camminare che mi si slacciavano sempre le scarpe. Tu ci avevi provato ad insegnarmelo ma riuscivo a fare i fiocchi piu' scioglievoli del cioccolato al latte.
Camminare a lungo a piedi mi faceva sentire sperduta, con la minaccia dei lacci che si sarebbero sciolti, della mia schiena che non sarebbe riuscita a farmi raggiungere agevolmente le scarpe per riallacciarle e di tutti i passanti che uno-ad-uno si sarebbero fermati, avrebbero mollato i sacchetti della spesa, le auto, il cane, il giornale per fermarsi a guardare me che mi allacciavo le scarpe in modo da far invidia ad una contorsionista russa.
Mi sono fermata una ventina d'anni mamma senza quella bicicletta.
A piedi ho fatto poca strada e combinato un sacco di casini. Quei lacci mi facevano inciampare. Ho anche provato ad indossare stivali. Un pò di strada l'ho fatta e pure con le parigine altissime con i lacci a cui facevo il doppio nodo. Ma è stato un muoversi lento, incerto e faticoso.
Ora me la sono comprata.
 Scontata. 
Bellina.
 E col cestino.
Vedessi mamma, anzi, vedrai! Sta li pronta sai?! Che la prima domenica mattina che sarò a casa, uscirò presto con la mia bicicletta. Farò tappa per un caffè e una brioche al burro, disegnerò un nuovo percorso, differente.
Percorrerò quella strada di stelle filanti fino al ponte e mi fermerò in alto a guardare le vite che passano veloci. Storie, luci e riverbero del sole sulle lamiere.
Poi, mollerò i freni e mi lascerò scivolare giu' giu' giu' fino all'angolo della strada degli orti. 
In quei prati che incorniciano la strada ci sono sempre macchie versate di fiorellini indaco, li chiamavamo occhi-della-madonna. Miniature perfette, delicati prodigi.
Li porterò da lei, da quella statuetta smozzicata dal tempo, appoggiata tra speranze veloci, polvere. e piccoli insetti. E' sempre così bella col suo manto azzurro e quel sorriso avvolgente.Quando sparivo mamma stavo lì. Era il mio posto segreto.

Mi fermerò li seduta a terra o chissadove e piangerò, piangerò piano per  il mio amore finito e chiederò perdono per aver fallito e per il dolore inferto che fa quasi peggio male di quello ricevuto.
Poi respirerò a fondo.
Riempirò il mio cestino di fiori e mi porterò a spasso tra i capelli coccinelle. 
Andrò pedalando verso casa...
 Leggera. 
Con la mia bicicletta.

18 commenti:

  1. Visto che fa la vita? Che a volte ti massacra con un cambio repentino e tante cose le devi lasciare ma ne ritrovi altre che mai avresti scommesso di poter ancor avere! Sei bella amica mia :*

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    1. @Maraptica: fossi qui ti strizzerei come "quel" vileda :-) (bella Tu!)

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  2. nel cammino, comunque esso sia fatto, si raccolgono e si perdono pezzi... ma comunque si aggiunge qualcosa che serve e nulla va rinnegato... perchè poi sarebbe come rinnegare una parte si sè...
    e quel fermarsi per riprendere è l'essenza di.
    scopriremo poi cosa...

    (il racconto è di una bellezza sconcertante.)

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    1. @sqwerez: è la vita che è di una bellezza sconcertante...(anche se ora come ora non vedo che un sole lontano sono certa che prima o poi, nel muovermi, tornerò al punto giusto dell'orbita e tornerò a sentirne il calore) Grazie di esser passato ;-)

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  3. quello che ci lasciamo dietro... ci segna e ci segue sempre un po' nella vita, ma a volte ci dà anche la spinta giusta per salire su una bicicletta e ammirare i meraviglisi paesaggi che ancora la vita sa offrirci

    bellissimo il post e splendida anche tu
    un abbraccio

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    1. @Albafucens: almeno ci si prova a crederci...che esisteranno buone visioni da incontrare...
      :-) ti-abbaccio-forte

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    2. Secondo me, presto ci renderemo conto che il miglior modo di assaporare questa avventura meravigliosa chiamata "esistenza", è quella di essere onesti su di un punto: chi siamo veramente. Il segreto è rimanere noi stessi, credere nelle nostre convinzioni, entrare in sintonia con gli altri e sforzarci di vivere la vita che abbiamo sempre sognato. Liberi dalle catene che ci siamo creati unicamente nella nostra mente e nel cuore. Come il raggio del faro, che attraversa il muro di cristallo con la luce intensa, e ci guida sulle rotte della vita."
      ~ Sergio Bambarèn ~ "Il guardiano del faro"

      bacio-abbraccio amica mia :)

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    3. @Alba: Le catene di cui racconta Bambaren mi fanno venire in mente le "gabbia di carta" de "L'Amore conta" di Ligabue...Le gabbie di carta con le chiavi scordate in cantina...
      Tutto sta a recuperare le chiavi, il resto è "quasi" facile...

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  4. Toccante, tanto.

    Poi penso [anche] che ogni volta che mi faccio un regalo, mi illudo e "sogno" di colmare "quel" vuoto, nel ricordo dell'emozione di riceverli.

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    1. @hobbs: appena ti becco rincomincerò a stressarti con la storia delle belle cose che arriveranno, delle margherite, del profumo di bucato e della gioia del risveglio accanto a due occhi che ti avvolgono in uno sguardo innamorato. :-) (sai, come un mantra, come se a dirlo riuscissi a fare-in-modo di scacciare le assenze e le mancanze mie...Insomma: ti uso!)

      :-) "toccante, tanto"...(bello...grazie)

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  5. A volte si danno dolori senza nemmeno accorgersene veramente, è il bello della vita...

    Sono contento tu abbia trovato quella bici ma non credo che la statuetta a cui porti i fiori desideri vederti piangere

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    1. @Baol: è il bellissimo della vita (oserei dire il bell-errimo) :-) prometto di non piangere ma dovete tornare a milano prima del giorno tuo fatidico (eddaiiiii)

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  6. E' un testo molto bello, un ricordo intenso, su quelle ruote.
    Mi ha fatto venire in mente questa canzone che era la colonna sonora di un meraviglioso film di Solanas:

    http://www.youtube.com/watch?v=c9gVC4muCfA&feature=related

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    1. @Aitan: ma quanto mi piacciono i tuoi accostamenti alla musica, grazie :-)

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  7. .. e ti vedo, su quella bicicletta
    e con un abbraccio asciugo quelle lacrime

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  8. arieccome :)

    ero andata a cercare una cosa..

    ".. mai nella vita è tutto perso tutto ha un senso lo sai prendi la giacca, la tua bicicletta e ritorna chi sei, da una sconfitta a volte si esce più forti che mai"

    ~ Augusto Daolio ~

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    1. @Alba: bella citazione, tu sei maestra nel trovare quelle adatte ad ogni situazione, questa me la appunto e prendo la giacca mentre salgo sul sellino (ti abbraccio anche io!)

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    2. la frase è estrapolata da una canzone dei nomadi che si intitola "Ricomincia Così"
      si adatta un po' tutta, leggilo... :)

      ti abbraccio e ti voglio bene
      buon weekend

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Vediamo se la Camera è libera :-)