Ed eccomi qui a rollare sospinta su di un lettino mentre mi stanno accompagnando in uno dei percorsi in cui da mesi mi trovo immersa dopo che tenaglie e bulloni mi hanno cambiato qualcosa dentro. Scivolo, mi muove energia umana, presenze liquide di cui perdo i contorni già nel tragitto.
Lunghi corridoi sotterranei, il rumore metallico che scorre che neanche me accorgo piu' e mi pare tutto silenzio, 'che ormai ci sono abituata al grigio, infinite sfumature di grigio e al silenzio in cui galleggiano voci, suoni lontani e odore di muffa e the-finto delle macchinette.
C'è una festa oggi, l'ha detto Marco, ci siamo incontrati in uno dei lunghi corridoi grigi, io scivolavo verso una porta lui rullava sulle sue ruote, verso la mia stessa porta, quella che qui chiamano scuola ma a che noi ci pare solo una delle tante porte che si aprono a sorpresa per noi e dove di solito la sorpresa non è mai piacevole.
E' così quella era una delle mie porte che si apriva su un grasso corridoio dove i banchi stavano schierati in mezzo su due file contrapposte. Sullo sfondo il banco di Marco e altre postazioni simili con una macchina da scrivere ed io che me ne sto ormeggiata accanto ai banchi, fluttuante perchè all'occorrenza ciascuno si sente autorizzato a spostarmi e ricollocarmi altrove, sono una cosa ma che palpita e fa bum bum bum.
Io.
Io soltanto.
Io che guardo il soffitto e vorrei saper maledire tutto-il-mondo-mondiale ma il massimo che conosco è un "vatti a sparare" che a tavola mesi addietro aveva fatto infuriare mio padre. Così, col pensiero do del vatti-a-sparare ad ogni banco su cui non posso posare le mie mani, alle sedie sulle quali non posso sedermi, al cielo che non mi fa da tetto da mesi, a tutto il freddo che mi avvolge fuori e accoltella dentro, alle altre macchie sbiadite sedute alle sedie con o senza rotelle ed al grigio delle pareti e della professoressa...(vatti-a-sparare-vatti-a-sparare-vatti-a-sparare)
-Almeno, la prego non se ne venga fuori con la lezione di matematica eh?! e intanto che c'è si vada a sparare-
Marco invece pare sempre completamente preso nel suo ruolo di studente, sarà che lui nemmeno l'ha mai vista una scuola vera e ci è cascato facile in questa storia che questa qui è una scuola, poverino, digita sghembo e mi immagino le sue parole sul foglio disegnare tratti tortuosi, come il suo corpo su quella sedia invece produce lettere perfette che pare impossibile che da quelle mani incerte e fragili possano uscire file di parole così nitide e precise. Io nemmeno posso digitare, sto qui inutile e fredda come un cadavere ancora caldo a chiedermi perchè?!
Marco e la festa dietro a quel tendone. -Alla festa ci sono anche le ragazze- avevi dettoa scuola nella stanza grigia coi banchi, e sorridevi un pò strano e felice. E'
felice Marco quando ci sono le ragazze e fa sempre un sacco di battute per farci ridere ma a me mica mi piace e poi la suora un giorno che era arrabbiata ci ha detto "Ringraziate il Signore che vi ha mandato questo che almeno avrete da vivere mentre Marco e gli altri mica ce l'avranno questa fortuna!" e mi sa che non è proprio qualcosa di buono che lo aspetta a Marco e a me mi fa paura.
Io invece coi ragazzi, boh! Boh cosa?! Boh, non lo so se sono felice quando ci sono i ragazzi, cioè si, c'è Claudio che mi fa ridere quando siamo in salone e quando mi guarda è come se mi citofonasse in qualche posto dentro al petto. Ma tanto lo so che non gli piaccio, che sto qui stesa come un quarto di bue pronto ad essere porzionato e mica sono una ragazza "normale" io. Non ci voglio pensare io, ecco cos'è.
E mentre me ne vado, spinta a ruote verso il mio posto, quello dove ho un letto e un armadietto blu, trattengo nei pensieri l'immagine di quel tendone che segna il punto di valico spazio-tempo in cui si svolgerà la festa-con-le-ragazze (ed i ragazzi) dove forse qualche bacio sghembo sospenderà paura-e-dolori annientando le distanze tra tutti i mondo possibili. Arrivando alzo lo sguardo e vedo lui che mi trapana l'anima con quegli occhi blu-oceano mentre un sorriso divino illumina la stanza che sembra meno grigia. Lui L'ha appiccicato al muro la suora l'altro giorno, ha detto che è Gesu' che ha fatto un film, lei lo guarda sempre e sorride con una faccia che sembra di gomma.
- Come bacia Gesu' suora?- pensavo a Marco e alla festa e a Claudio e...la suora non ha risposto ed è diventata tutta rossa. Boh, sono certa che quello li appiccato sul muro bacia come nelle feste di Marco, che io non lo so come si bacia mal'ho visto nei film e quando li guardo penso al mare e a quando nuoto sottacqua e mi sento libera e felice e accolta, parte di un "qualcosa".
Boh, tanto alla festa mica ci vado.
Lunghi corridoi sotterranei, il rumore metallico che scorre che neanche me accorgo piu' e mi pare tutto silenzio, 'che ormai ci sono abituata al grigio, infinite sfumature di grigio e al silenzio in cui galleggiano voci, suoni lontani e odore di muffa e the-finto delle macchinette.
C'è una festa oggi, l'ha detto Marco, ci siamo incontrati in uno dei lunghi corridoi grigi, io scivolavo verso una porta lui rullava sulle sue ruote, verso la mia stessa porta, quella che qui chiamano scuola ma a che noi ci pare solo una delle tante porte che si aprono a sorpresa per noi e dove di solito la sorpresa non è mai piacevole.
E' così quella era una delle mie porte che si apriva su un grasso corridoio dove i banchi stavano schierati in mezzo su due file contrapposte. Sullo sfondo il banco di Marco e altre postazioni simili con una macchina da scrivere ed io che me ne sto ormeggiata accanto ai banchi, fluttuante perchè all'occorrenza ciascuno si sente autorizzato a spostarmi e ricollocarmi altrove, sono una cosa ma che palpita e fa bum bum bum.
Io.
Io soltanto.
Io che guardo il soffitto e vorrei saper maledire tutto-il-mondo-mondiale ma il massimo che conosco è un "vatti a sparare" che a tavola mesi addietro aveva fatto infuriare mio padre. Così, col pensiero do del vatti-a-sparare ad ogni banco su cui non posso posare le mie mani, alle sedie sulle quali non posso sedermi, al cielo che non mi fa da tetto da mesi, a tutto il freddo che mi avvolge fuori e accoltella dentro, alle altre macchie sbiadite sedute alle sedie con o senza rotelle ed al grigio delle pareti e della professoressa...(vatti-a-sparare-vatti-a-sparare-vatti-a-sparare)
-Almeno, la prego non se ne venga fuori con la lezione di matematica eh?! e intanto che c'è si vada a sparare-
Marco invece pare sempre completamente preso nel suo ruolo di studente, sarà che lui nemmeno l'ha mai vista una scuola vera e ci è cascato facile in questa storia che questa qui è una scuola, poverino, digita sghembo e mi immagino le sue parole sul foglio disegnare tratti tortuosi, come il suo corpo su quella sedia invece produce lettere perfette che pare impossibile che da quelle mani incerte e fragili possano uscire file di parole così nitide e precise. Io nemmeno posso digitare, sto qui inutile e fredda come un cadavere ancora caldo a chiedermi perchè?!
Marco e la festa dietro a quel tendone. -Alla festa ci sono anche le ragazze- avevi detto
Io invece coi ragazzi, boh! Boh cosa?! Boh, non lo so se sono felice quando ci sono i ragazzi, cioè si, c'è Claudio che mi fa ridere quando siamo in salone e quando mi guarda è come se mi citofonasse in qualche posto dentro al petto. Ma tanto lo so che non gli piaccio, che sto qui stesa come un quarto di bue pronto ad essere porzionato e mica sono una ragazza "normale" io. Non ci voglio pensare io, ecco cos'è.
E mentre me ne vado, spinta a ruote verso il mio posto, quello dove ho un letto e un armadietto blu, trattengo nei pensieri l'immagine di quel tendone che segna il punto di valico spazio-tempo in cui si svolgerà la festa-con-le-ragazze (ed i ragazzi) dove forse qualche bacio sghembo sospenderà paura-e-dolori annientando le distanze tra tutti i mondo possibili. Arrivando alzo lo sguardo e vedo lui che mi trapana l'anima con quegli occhi blu-oceano mentre un sorriso divino illumina la stanza che sembra meno grigia. Lui L'ha appiccicato al muro la suora l'altro giorno, ha detto che è Gesu' che ha fatto un film, lei lo guarda sempre e sorride con una faccia che sembra di gomma.
- Come bacia Gesu' suora?- pensavo a Marco e alla festa e a Claudio e...la suora non ha risposto ed è diventata tutta rossa. Boh, sono certa che quello li appiccato sul muro bacia come nelle feste di Marco, che io non lo so come si bacia mal'ho visto nei film e quando li guardo penso al mare e a quando nuoto sottacqua e mi sento libera e felice e accolta, parte di un "qualcosa".
Boh, tanto alla festa mica ci vado.
E' libera la camera? Io so farmi piccina piccina... sono ricordi? Le sfumature sono quelle linee immaginarie che nella vita fregano e aggirano la realtà. Ma siano sempre benedette, compagne dei sogni. Io ti bacio quella faccia bella che c'hai amica mia :*
RispondiEliminaBuongiorno piccina ;-) sono ricordi che a volte affiorano così che manco ti spieghi perchè...pensavo a quel "vattiasparare" e mi sono fatta una risata...che espressione è?!! :-)) e insieme a quelle parole è tornato il grigio e il freddo che poi sono virati al calore dei baci. Ti abbraccio forte bellasarah
EliminaServe un arcobaleno :)
RispondiEliminasfumature di grigio... ricordi che affiorano, schegge di memoria che ogni tanto tornano a farci visita, un racconto scritto in modo elegante, intenso e sentito, stemperato dalle sfumature ironiche ^ _ ^
e poi il grigio è assai intrigante, mi fa pensare alle tempie brizzolate ;)
ti abbraccio forte
il grigio poi è assai elegante e quest'estate andava di moda pure nei libri in spiaggia ;-)
RispondiEliminaHai detto benee cara Elena, alla fine è l'ironia che ci salva,no?!
Tantibaci!
l'ironia, i baci e il mare...
EliminaGià...(noncimancaniente) :-)
Eliminaa salvarci è l'ironia, un pizzico di fantasia e forse, nonostante tutto, anche la voglia di tornare ad emozionarsi :)
Eliminabacio abbraccio
Bella amica mia, tu che sei maestra-di-parole ne hai usata una magnifica: "emotionem". Che porta fuori, estrae movimento. Le emozioni ci strappano fuori dall'immobilità della paura e ci fanno muovere (e restare Vivi)
EliminaMa, la suora incazzata, è stata successivamente investita da una barella senza controllo con sopra un obeso cardiopatico?
RispondiEliminaNo, no..la leggenda racconta che sia passata sotto la scala di un cantiere in opera e sia stata colpita da alcune latte di vernice multicolore. Il medico legale accorso sul luogo ha certificato: "Morte per shock anafilattico dovuto ad allergia ai colori" (cioè, non alle vernici ma ai COLORI...pensa...)
Eliminati abbraccio commercialistapoeta ;-)
sicuramente più interessante di altre sfumatire di grigio, più tristi del grigio stesso ;)
RispondiEliminaQuesta immagine :
"c'è Claudio che mi fa ridere quando siamo in salone e quando mi guarda è come se mi citofonasse in qualche posto dentro al petto"
be' è davvero grandiosa :)
Una volta mi sono sbagliata però, quello ha citofonato al mio cuore ma dopo che gli ho aperto mi ha detto che aveva sbagliato numero civico.
RispondiEliminaCosì, crescendo, ho scoperto che non sempre le intuizioni ci "prendono" (come certi occhi sanno fare).
Ergo: ho tolto il citofono. Per bussarmi dentro è necessario inventarsi qualcosa (tipo fare bussolotti con la carta delle caramelle e soffiarmeli sul davanzale dell'anima oppure fiondare dei baci sul mio zerbino e scrivere ti-amo) Ecco, cose così...
non credo di aver capito proprio tutto di questo brano ma posso dire che in una parte mi ci sono proprio immedesimato:
RispondiEliminadove forse qualche bacio sghembo sospenderà paura-e-dolori annientando le distanze tra tutti i mondo possibili. Arrivando alzo lo sguardo e vedo lui che mi trapana l'anima con quegli occhi blu-oceano mentre un sorriso divino illumina la stanza che sembra meno grigia
la vita è fatta di questo, eventi che interrompono il flusso e ti lasciano interdetto in una sorta di strana magnificenza. Spero che però il finale sia più lieto che il mio!
buon weekend
Isaac
Isaac ciao, che parlo a fare qui mentre tu sei a zonzo per le vie di NY? :-) Non credo ci sia nulla da capire di certi pezzi di storie, solo solo "storie" ed ognuno può trovarci (o anche no) qualcosa che riconosce proprio. D'altronde tu hai intercettato benissimo con quel "la vita è fatta di questo, eventi che interrompono il flusso e ti lasciano interdetto in una sorta di strana magnificenza" hai compreso perfettamente...
RispondiEliminaE' quello che ho imparato dalla vita. Anche nel peggiodelpeggio che c'è sempre qualcosa che come un meraviglioso prodigio ti riporta coi piedi ed il cuore nella Bellezza-del-vivere-qui...
ti riporto il testo di una canzone che racconta tutto questo, ti prego di farmi sapere se non riesci a tradurla:
EliminaI wanna kiss you in Paris
I wanna hold your hand in Rome
I wanna run naked in a rainstorm
Make love in a train cross-country
:-)
Ti riporto un pezzo pure io, ti prego di dirmi se combacia col tuo :-)
EliminaYou put this in me
So now what, so now what?
;-)
Ma grazie Lalila :-)
RispondiEliminauauuu...un premiooooo... che bella sorpresa, mi hai spiazzata, e adesso dove lo sistemo sto premio? Me la fai tu una cornice, una mensola o un gancio e lo appendo al
blog?
:-) scherzi a parte,grazie ancora!