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venerdì 18 maggio 2012

Camera 1705 - Sotto la Neve

"E quindi fammi capire, l'unico a cui non l'hai data sono io!" tu che raccontavi degli anni delle superiori e di come l'amoreggiare fosse per te un magnifico, bellissimo e appassionante gioco e Andrea che non se l'era tenuta piu' e te l'aveva messa li quasi fosse una battuta, dico quasi perchè era evidente che venticinque anni dopo eri ancora la sua icona sexy: una fetta di pane appena sfornato con un sottile velo burroso e marmellata ai frutti di bosco da addentare e godere.

"Andre e dire che sei proprio diventato bello, altro che Osso come ti chiamavamo e guarda che fisico!" sorridi con quegli occhi tuoi, gli passi il braccio attorno alle spalle e glielo dici con la tua erre che fa scorrere un brivido nella colonna vertebrale di qualunque maschio-medio.

Una sera dopo sei mesi che non ci si vedeva, io, tu, Andre, Ale e Fel. Matteo e Paolino c'avevano fatto il bidone. Era stata una serata infinita che  alle 2.30 stavamo ancora fuori tra nuvole di foschia, neve a bordo strada e le nostre parole che non volevano salutarsi.

Stare con voi era sempre uno "stare a casa", ogni volta ci pareva di essere ancora in quel bistrot di Parigi in gita, noi diciottenni tra sogni e partenze a dormirci addosso stretti sul TGV che tornava a Milano. Tu abbracciata ad Andre, io addosso a Matte. Roba da cuccioli che si stringono per farsi caldo, quella notte il freddo stava fuori, li dentro ci addormentammo, io e te spensierate tanto da non pensare affatto ai baci, noi tutti fratelli (la solita fregatura per Andre e mi sa pure per Mat).

Mi hai chiamata ieri, ho visto il tuo nome sul cellulare : Marghe :-) "Eccola! Come stai?!" parole sorridenti...

"Ehi...devo dirti una cosa..." è successo qualcosa, ti conosco bene, la sento la tua voce, ne conosco le pause che ti sono rare, ho paura.

"Cosa succede Marghe.. che è successo ..." tu traballi, io cammino svelta nel parcheggio sotterraneo della Metro, ho mezzora per percorrere 12 fermate e 500m a piedi, i soliti tempi stretti e un'appuntamento di lavoro.

"ha chiamato Ale...Andre stava andando in ufficio in moto, uno schianto...non sono riusciti a rianimarlo"..tu singhiozzi io mi fermo, tutto si ferma e anzi no. Vanno le cose, vanno per conto proprio, come le mie gambe che procedono mentre le parole stanno ferme e le lacrime cominciano a scorrere e scorrono come un fiume a cui si uniscono affluenti, i giorni difficili, le cose che non procedono, le paure, le delusioni...Un nodo stretto in gola e il sorriso di Andre negli occhi.

Metto giu' con te e mi chiama Ale, oggi quando l'ha saputo ha tirato un calcio al tavolo e si è fratturato il piede...piange, lui era il suo amico-di-sempre.

Ti tengo qui giu' ancora un pò, non te ne andare c'è anche Marghe, vedi?! Ascoltiamo i Depeche Mode, tu nera stringa di liquirizia raccontaci ancora dei tuoi viaggi tra deserti e cascate, degli incontri e nelle visioni da mozzare il fiato, come quella sera di fine febbraio. Come in quel vagon-lit, dimentichiamoci il freddo...

Noi, fratelli.

Somebody - Depeche Mode