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giovedì 13 settembre 2012

Camera 1409 (Sfumature di grigio)

Ed eccomi qui a rollare sospinta su di un lettino mentre mi stanno accompagnando in uno dei percorsi in cui da mesi mi trovo immersa dopo che tenaglie e bulloni mi hanno cambiato qualcosa dentro. Scivolo, mi muove energia umana, presenze liquide di cui perdo i contorni già nel tragitto.
Lunghi corridoi sotterranei, il rumore metallico che scorre che neanche me accorgo piu' e mi pare tutto silenzio, 'che ormai ci sono abituata al grigio, infinite sfumature di grigio e al silenzio in cui galleggiano voci, suoni lontani e odore di muffa e the-finto delle macchinette.

C'è una festa oggi, l'ha detto Marco, ci siamo incontrati in uno dei lunghi corridoi grigi, io scivolavo verso una porta lui rullava sulle sue ruote, verso la mia stessa porta, quella che qui chiamano scuola ma a che noi ci pare solo una delle tante porte che si aprono a sorpresa per noi e dove di solito la sorpresa non è mai piacevole.

E' così quella era una delle mie porte che si apriva su un grasso corridoio dove i banchi  stavano schierati in mezzo su due file contrapposte. Sullo sfondo  il banco di Marco e altre postazioni simili con una macchina da scrivere ed io che me ne sto ormeggiata accanto ai banchi, fluttuante perchè all'occorrenza ciascuno si sente autorizzato a spostarmi e ricollocarmi altrove, sono una cosa ma che palpita e fa bum bum bum.

Io.

Io soltanto.

Io che guardo il soffitto e vorrei saper maledire tutto-il-mondo-mondiale ma il massimo che conosco è un "vatti a sparare" che a tavola mesi addietro aveva fatto infuriare mio padre. Così, col pensiero do del vatti-a-sparare ad ogni banco su cui non posso posare le mie mani, alle sedie sulle quali non posso sedermi, al cielo che non mi fa da tetto da mesi, a tutto il freddo che mi avvolge fuori e accoltella dentro, alle altre macchie sbiadite sedute alle sedie con o senza rotelle ed al grigio delle pareti e della professoressa...(vatti-a-sparare-vatti-a-sparare-vatti-a-sparare)
-Almeno, la prego non se ne venga fuori con la lezione di matematica eh?! e intanto che c'è si vada a sparare-
Marco invece pare sempre completamente preso nel suo ruolo di studente, sarà che lui nemmeno l'ha mai vista una scuola vera e ci è cascato facile in questa storia che questa qui è una scuola, poverino, digita sghembo e mi immagino le sue parole sul foglio disegnare tratti tortuosi, come il suo corpo su quella sedia invece produce lettere perfette che pare impossibile che da quelle mani incerte e fragili possano uscire file di parole così nitide e precise. Io nemmeno posso digitare, sto qui inutile e fredda come un cadavere ancora caldo a chiedermi perchè?!
Marco e la festa dietro a quel tendone. -Alla festa ci sono anche le ragazze- avevi detto a scuola nella stanza grigia coi banchi, e sorridevi un pò strano e felice. E' felice Marco quando ci sono le ragazze e fa sempre un sacco di battute per farci ridere ma a me mica mi piace e poi la suora un giorno che era arrabbiata ci ha detto "Ringraziate il Signore che vi ha mandato questo che almeno avrete da vivere mentre Marco e gli altri mica ce l'avranno questa fortuna!" e mi sa che non è proprio qualcosa di buono che lo aspetta a Marco e a me mi fa paura.
 Io invece coi ragazzi, boh! Boh cosa?! Boh, non lo so se sono felice quando ci sono i ragazzi, cioè si,  c'è Claudio che mi fa ridere quando siamo in salone e quando mi guarda è come se mi citofonasse in qualche posto dentro al petto. Ma tanto lo so che non gli piaccio, che sto qui stesa come un quarto di bue pronto ad essere porzionato e mica sono una ragazza "normale" io. Non ci voglio pensare io, ecco cos'è.
E mentre me ne vado, spinta a ruote verso il mio posto, quello dove ho un letto e un armadietto blu, trattengo nei pensieri l'immagine di quel tendone che segna il punto di valico spazio-tempo in cui si svolgerà la festa-con-le-ragazze (ed i ragazzi) dove forse qualche bacio sghembo sospenderà paura-e-dolori annientando le distanze tra tutti i mondo possibili. Arrivando alzo lo sguardo e vedo lui che mi trapana l'anima con quegli occhi blu-oceano mentre un sorriso divino illumina la stanza che sembra meno grigia. Lui L'ha appiccicato al muro la suora l'altro giorno, ha detto che è Gesu' che ha fatto un film, lei lo guarda sempre e sorride con una faccia che sembra di gomma.

 - Come bacia Gesu' suora?- pensavo a Marco e alla festa e a Claudio e...la suora non ha risposto ed è diventata tutta rossa. Boh,  sono certa che quello li appiccato sul muro bacia come nelle feste di Marco, che io non lo so come si bacia mal'ho visto nei film e quando li guardo penso al mare e a quando nuoto sottacqua e mi sento libera e felice e accolta, parte di un "qualcosa".

Boh, tanto alla festa mica ci vado.