Credo che quella sensazione di  perenne instabilità che mi porto dentro venga da lì.
 Da quel sali scendi  che si accendeva il lunedì mattina e si spegneva il venerdì pomeriggio, nella  mia camera da letto.
Venivano  a a portarmi via, loro mi imbragavano sulla barella e mi portavano giu' scale scale, una specie di ruzzolare controllato (secondo loro) che si  fermava in posizione orizzontale a bordo strada dove con un gesto brusco mi  infornavano in quel contenitore con le ruote.
La  stanza era luminosa e asettica o dovrei dire che era luminosa e artefattamente familiare, in  realtà c'era nella scelta dei colori e dei materiali un grossolano tentativo di travestire le stanze in qualcosa di vagamente simile a comuni stanze da  letto. I toni si giocavano tra il noce e il carta da zucchero e alle pareti  grandi poster con fotografie di cuccioli (gattini arruffati in una cesta di  vimini immersa in un prato ma-gni-fi-co e una bimbetta paffuta seguita da una  scia di papere che si facevano strada giulivi verso l'interno di un bosco che  era un incanto), le stanze si specchiavano gemelle lungo un corridoio che  finiva in un  grande salone, l'ingresso con i due ascensori che durante lo svolgersi della giornata cambiava assetto fino a trasformarsi verso il tardo pomeriggio in un proscenio con un sipario metallico. Con due occhi nocciola pronti a strizzarsi verso il cielo (pronti, sempre pronti...)
Luce  rossa (Qualcuno! Qualcuno che sale!)
 Piano T 
Piano 1
(...BUM-BUM-BUM.....tieniti il cuore, spemilo tra le costole e fingi che stai fissando quella crepa lì nell'angolo del muro)
Il  cigolio si fermava seguito da un improvviso colpo metallico (da mannaia) era questo il  fragore dell'attesa che ci trovava con gli occhi appesi a quelle porte. 
Fino  all'apertura...
(Qui c'erano due possibilità dalle quali si decideva l'andamento del resto del pomeriggio, il calcolo delle  probabilità dava molte piu' possibilità di esaudire i propri desideri che non  giocare al Lotto, era come puntare su Rosso e Nero...cinquantapercento  di possibilità di spalancare gli occhi e far risalire gli angoli delle labbra all'insù e dare forma a dei bottoncini  nelle guance  oppure di schiantarsi contro la faccia di suor Giuliana -che non era proprio una santadonna ma ve lo racconto in un'altro momento- o del dottor Pascale o  della mamma di Mario o della mamma di Serenella o della mamma di chiunque  ma...non della propria -è inutile che ti dica che era come aver puntato un  milione di trilioni di euro su rosso e veder fermare la pallina sul numero-o-o-o-o...NERO!-)
Così,  in quell'atrio scommettevamo le nostre speranze puntando su quelle porte: Rosso o   Nero.
...please, hold on...
...please, hold on...
Non posso esimermi dal commentare ogni volta che leggo qualcosa di tuo. Hai la straordinaria capacità di "far vedere" quello che scrivi, ed è molto ma molto bello!
RispondiEliminaGo on Ale, don't stop...
Kisses
G
leggerti è stato un po' come essere lì con te ad osservare quelle luci..esitante su quale scommettere
RispondiElimina.. hai un grande dono Amica mia
un abbraccio
Bello...
RispondiElimina@Gi: ma non esimerti MAI! Commenta commenta (io sto qui a leggerti...) :-)
RispondiElimina@Alba: sono esitante anch'io...il nero smagrisce ma il rosso è piu' sensuale...(vediamo) :-)
@Baol: grazie :-)) (questo bon ton da commenti a volte mi lascia senza-parole)